mercoledì 8 settembre 2010

The Road

Finalmente sono riuscito a vederlo, dai commenti letti ero galvanizzato e tanto la realizzazione, quanto la recitazione in effetti centrano in pieno l'obiettivo.


La prima riesce a rendere percepibile in prima persona l'agonia di un pianeta sfiancato dall'idiozia di pochi, per la sofferenza di molti. La seconda regge senza esitazioni lo svolgersi degli eventi: Mortensen ovviamente, ma anche il bambino, Duvall (encroyable! : D), la Theron, Pearce e perfino i ruoli secondari ( i cannibali, bestiali; il ladro... empatia portami via, la coppia armata di arco, credo di aver citato tutto il cast, sono quattro gatti alla fin fine : D) alimentano con prestazioni assolutamente autentiche, sentite, sofferte, l'ammorbante cappa di pessimismo e sfiducia verso la specie umana che permea incessantemente il viaggio di padre e figlio.

Un successo su tutta la linea dunque?
Direi purtroppo di no e se messa in opera e prestazioni del cast brillano di luce propria, altrettanto non si può dire della sceneggiatura.
Non avendo avuto (ancora? quasi-quasi : P) occasione di leggere l'opera originaria, non posso che limitarmi a considerare The Road nella sua declinazione cinematografica ed in quest'ottica è impossibile non ravvisare una sorta di disonestà intellettuale da parte del regista (o addirittura dello scrittore? boh : P) nell' indagare tematiche indubbiamente scomode, senza però avere il coraggio di andare fino in fondo.
E' quel genere di cose che, personalmente, odio...


Come altro interpretare, altrimenti, le seguenti tappe del viaggio?

spoiler:
-L'abbandono della famiglia da parte della madre in stile "alone in the dark"? Un po' troppo gratuita, fumosa e inconcludente come uscita di scena... mi è giunto inoltre all'orecchio che in origine questo personaggio era solo vagamente tratteggiato, senza entrare a far parte direttamente della vicenda. Hillcot in altre parole avrebbe fatto molto meglio a seguire pedissequamente le direttive del libro, ma probabilmente l'agente della Theron non era dello stesso avviso, vabbè :__D. Maldestro.
-La sequenza del ladro. S-t-u-p-e-n-d-a... se non fosse stato per l'epilogo politically correct. Un'idiozia completa e pure cross-mediale :__D : verso il ladro (già bello che cotto a puntino al momento in cui la coppia restituisce i lmaltolto), verso sé stessi (che spreco!), verso lo spettatore (caduta di palle collettiva). Coitus interruptus.
-L'improbabile fuga dalla casa dei cannibali grazie al diversivo fortuito della "riserva di carne impazzita". Lasciamole a Bay certe trovate estemporanee e no, non credo di esagerare dato che questo passaggio risaltava (in negativo) come un faro nella notte. MEH.
-La dipartita del padre. Qui, al contrario, troppo poco pathos! Il regista è riuscito nell'impresa impossibile di alienare completamente lo spettatore rispetto alla sorte del protagonista. Cosa che proprio non mi spiego, visto che per un buon tre quarti della pellicola sono stato in costante apprensione per il buon Viggo. BOH.
-La coppietta madre-figlia in Prada che corre per colline verdi. WTF.
-Il finale, of course. Ecco... questo mi ha fatto davvero male, ma in accezione dispregiativa. : (

Dovrebbe essere tutto. Vado a concludere.
In linea generale mi è piaciuto, con una prima metà praticamente perfetta, peccato che sia mancata una direzione illuminata, che badasse poco o nulla ai dogmi hollywoodiani non scritti. La giusta via sarebbe stata quella precedentemente tracciata dal terribile, ma indimenticabile "Una tomba per le Lucciole" che, incredibile dictu, è stato partorito nientemeno che dallo studio Ghibli.
Coloro i quali abbiano avuto occasione di visionare tale capolavoro dell'animazione giapponese, proprio grazie a questa citazione, capiranno e (azzardo, in modestia) apprezzeranno la mia critica a The Road, dico male? : )

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