domenica 25 novembre 2007

[imho] L'alfabeto Ludico...

... è composto da dieci lettere.

Eccole:

The Legend of Zelda: Ocarina of Time (Nintendo 64)

La venere di Milo (o il David di Michelangelo, se preferite) videoludica : ).



StarCraft (PC)

Se gli scacchi fossero stati inventati negli anni novanta si chiamerebbero...



Half-Life (PC)

Ehm, c'è davvero bisogno di qualche presentazione?




The Legend of Zelda: A Link to the Past (Super Nintendo)

Avete presente quel senso di meraviglia che si prova guardando una qualsiasi opera di Miyazaki? Ok, immaginate di protrarre questa esperienza per oltre quaranta ore ed avrete solo una mezza idea di quello che vi siete persi all'epoca.

Metroid Prime (Gamecube)

Gli ultimi cinque giorni prima del lancio Pal non dormivo la notte... giuro : [.



System Shock 2 (PC)

Uhm... il Videogioco della mia vita? Senza alcun dubbio; Looking Glass grazie di essere esistita, dal profondo del cuore.



Planescape: Torment (PC)

Si dice che la lettura di un buon libro possa cambiare l'esistenza di un individuo. Bhè... anche un buon videogioco è in grado di assolvere tale compito, secondo il mio modesto parere.


Gran Turismo (Playstation)

L'unico fottuto gioco "pèr-la-pleishtàtion" che mi ha quasi convinto a buttare (!!!) ai pesci il mio tostapane nero : X.



Super Mario Bros. 3 (NES)

Leggendario.




Ikaruga (Dreamcast)

Vi siete sempre chiesti cosa uscirebbe da un'improbabile frullato a base di gameplay, Taoismo ed Arti Visive? Eccovi serviti.



Esclusi all'ultimo sul filo di lana...

Half Life 2
Goldeneye
Final Fantasy 7



Più almeno un'altra decina di illustri che per difetti oggettivi ho tralasciato a prescindere, ma che si meritano comunque un posto nella Hall of Fame, anche se leggermente defilati : D.
Così su due piedi, tanto per essere chiari... uno Xenogears splendido ma che nella seconda parte viene letto, più che giocato;
oppure uno Shen-Mue coraggioso oltre ogni dire, ma anche decisamente impacciato;
o ancora un Resident Evil 4 che riesce ad ammaliare il giocatore come solo i grandissimi classici degli anni 80/90 riuscivano a fare, ma che vede compromesso il suo valore globale per via di una direzione artistica davvero poco felice (sono gentile, Mikami se lo merita).

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